Usa: un ex prete riconosciuto colpevole di pedofilia
Source: http://it.narkive.com/2005/2/8/607940-usa-un-ex-prete-riconosciuto-colpevole-di-pedofilia.html
(ANSA)-BOSTON (USA), 7 FEB- Un processo per pedofilia ha riconosciuto Paul Shanley, ex prete 74enne, colpevole di molestie e atti indecenti su un minore. L'ex sacerdote, che rischia l'ergastolo, era stato accusato da un 27enne che aveva solo di recente recuperato la memoria delle molestie subite in chiesa quando aveva 6 anni, negli anni '80. La difesa aveva sostenuto che i ricordi erano falsi e costruiti ad arte solo dopo che lo scandalo della pedofilia nell'arcidiocesi di Boston era venuto a galla nel 2002.
(ANSA)-BOSTON (USA), 7 FEB- Un processo per pedofilia ha riconosciuto Paul Shanley, ex prete 74enne, colpevole di molestie e atti indecenti su un minore. L'ex sacerdote, che rischia l'ergastolo, era stato accusato da un 27enne che aveva solo di recente recuperato la memoria delle molestie subite in chiesa quando aveva 6 anni, negli anni '80. La difesa aveva sostenuto che i ricordi erano falsi e costruiti ad arte solo dopo che lo scandalo della pedofilia nell'arcidiocesi di Boston era venuto a galla nel 2002.
adam on lunedì 07 febbraio 2005 - 09:32:20
Curato di Villars-sur-Ollon sospettato di pedopornografia
Source: http://it.narkive.com/2004/10/23/607837-curato-di-villars-sur-ollon-sospettato-di-pedopornografia.html
LOSANNA - C'è anche il curato di Villars-sur-Ollon, nel canton Vaud, tre le persone finite nel mirino della giustizia per aver scaricato immagini pedopornografiche da internet. La notizia, anticipata dal quotidiano "Le Matin", è stata confermata dal portavoce della polizia vodese Jean-Christophe Sauterel. Nei confronti del sacerdote è stata aperta un'inchiesta.
Le attività del religioso sono venute alla luce grazie all'operazione "Falcon", lanciata su scala internazionale nello scorso settembre per combattere la pedofilia in internet. Gli indagati in Svizzera in relazione a questa operazione sono circa 400.
Monsignor Joseph Roduit, abate di St-Maurice (VS), ha annunciato stamane che il religioso è stato dimesso dalla sue funzioni. "Da questa mattina alle 07.30 non è più curato di Villars-sur-Ollon", ha detto Roduit, precisando che il provvedimento è stato concordato assieme al vescovo di Sion, da cui dipende la parrocchia in questione.
LOSANNA - C'è anche il curato di Villars-sur-Ollon, nel canton Vaud, tre le persone finite nel mirino della giustizia per aver scaricato immagini pedopornografiche da internet. La notizia, anticipata dal quotidiano "Le Matin", è stata confermata dal portavoce della polizia vodese Jean-Christophe Sauterel. Nei confronti del sacerdote è stata aperta un'inchiesta.
Le attività del religioso sono venute alla luce grazie all'operazione "Falcon", lanciata su scala internazionale nello scorso settembre per combattere la pedofilia in internet. Gli indagati in Svizzera in relazione a questa operazione sono circa 400.
Monsignor Joseph Roduit, abate di St-Maurice (VS), ha annunciato stamane che il religioso è stato dimesso dalla sue funzioni. "Da questa mattina alle 07.30 non è più curato di Villars-sur-Ollon", ha detto Roduit, precisando che il provvedimento è stato concordato assieme al vescovo di Sion, da cui dipende la parrocchia in questione.
adam on sabato 23 ottobre 2004 - 08:38:35
Abusi su ragazzini, tre anni al sacerdote
Source: http://www3.varesenews.it/varese/articolo.php?id=9343
Tre anni e quattro mesi di carcere sono stati inflitti al sacerdote di Gavirate accusato di pedofilia su dodici ragazzi del paese. Al prete è stata riconosciuta la seminfermità mentale ed è per questo che non è stata accolta la richiesta avanzata dalla Procura, che era di dieci anni. Don Roberto Mornati, era arrivato negli anni ’80 a Gavirate, trasferito dalla curia dopo che aveva già subito un processo per molestie. Il processo si è svolto con il rito abbreviato davanti al gip Giuseppe Trombino.
Don Mornati ha potuto godere di attenuanti anche per aver risarcito le vittime versando una somma di circa 280 mila euro alle famiglie.
L’indagine della polizia di Varese era cominciata quando alcuni testimoni avevano segnalato uno strano via vai di ragazzi dalla casa di riposo dove il prete prestava servizio. Gli agenti della squadra mobile avevano piazzato alcune telecamere nella stanza del sacerdote e avevano avuto la prova degli “incontri” intimi. Il prete pagava il silenzio delle sue vittime con piccoli regali.
Tre anni e quattro mesi di carcere sono stati inflitti al sacerdote di Gavirate accusato di pedofilia su dodici ragazzi del paese. Al prete è stata riconosciuta la seminfermità mentale ed è per questo che non è stata accolta la richiesta avanzata dalla Procura, che era di dieci anni. Don Roberto Mornati, era arrivato negli anni ’80 a Gavirate, trasferito dalla curia dopo che aveva già subito un processo per molestie. Il processo si è svolto con il rito abbreviato davanti al gip Giuseppe Trombino.
Don Mornati ha potuto godere di attenuanti anche per aver risarcito le vittime versando una somma di circa 280 mila euro alle famiglie.
L’indagine della polizia di Varese era cominciata quando alcuni testimoni avevano segnalato uno strano via vai di ragazzi dalla casa di riposo dove il prete prestava servizio. Gli agenti della squadra mobile avevano piazzato alcune telecamere nella stanza del sacerdote e avevano avuto la prova degli “incontri” intimi. Il prete pagava il silenzio delle sue vittime con piccoli regali.
adam on martedì 12 ottobre 2004 - 08:39:43
Pedofilia: Usa; incriminato ex vescovo Springfield.
Source: http://www.ildialogo.org/Ratzinger/springfield28092004.htm
NEW YORK - Il vescovo Thomas Dupre, ex capo della diocesi di Springfield in Massachusetts, è stato incriminato per pedofilia. Dupre è il primo prelato della Chiesa cattolica americana incriminato in uno scandalo di molestie sessuali. È accusato di aver abusato di due ragazzini negli anni Settanta.
Il vescovo, che ha 70 anni, si è dimesso in febbraio al nono anno di guida della diocesi dopo che un quotidiano aveva reso di dominio publico le accuse nei suoi confronti. La diocesi di Springfield ha già pagato parecchio per lo scandalo della pedofilia: negli ultimi mesi ha raggiunto un accordo con 46 vittime di preti molestatori che è costato sette milioni di dollari alle casse della Chiesa.
NEW YORK - Il vescovo Thomas Dupre, ex capo della diocesi di Springfield in Massachusetts, è stato incriminato per pedofilia. Dupre è il primo prelato della Chiesa cattolica americana incriminato in uno scandalo di molestie sessuali. È accusato di aver abusato di due ragazzini negli anni Settanta.
Il vescovo, che ha 70 anni, si è dimesso in febbraio al nono anno di guida della diocesi dopo che un quotidiano aveva reso di dominio publico le accuse nei suoi confronti. La diocesi di Springfield ha già pagato parecchio per lo scandalo della pedofilia: negli ultimi mesi ha raggiunto un accordo con 46 vittime di preti molestatori che è costato sette milioni di dollari alle casse della Chiesa.
adam on lunedì 27 settembre 2004 - 08:41:52
Pedofilia, Usa: fallisce diocesi di Tucson.
Source: http://usenet.it.rooar.com/showthread.php?t=2570019
La diocesi di Tuscon, in Arizona, è fallita e ha chiesto l'amministrazione controllata. Quella di Tucson, con circa 350mila fedeli, è la seconda diocesi a subire questa sorte non potendo far fronte all'ondata di ricorsi e di rimborsi milionari alle vittime dei preti pedofili. Lo stessa era successo, in luglio, all'arcidiocesi di Portland, in Oregon.
La diocesi di Tuscon, in Arizona, è fallita e ha chiesto l'amministrazione controllata. Quella di Tucson, con circa 350mila fedeli, è la seconda diocesi a subire questa sorte non potendo far fronte all'ondata di ricorsi e di rimborsi milionari alle vittime dei preti pedofili. Lo stessa era successo, in luglio, all'arcidiocesi di Portland, in Oregon.
adam on lunedì 20 settembre 2004 - 08:43:55
Scandalo pedofilia in seminario, choc in Austria
Source: http://www.gaynews.it/articoli/Mondo/28561/Scandalo-pedofilia-in-seminario-choc-in-Austria.html
Inchiesta su 40 mila foto e filmati trovati nella biblioteca della più conservatrice scuola cattolica per sacerdoti
In apparenza è un seminario. Anzi, il più tradizionalista e ultraconservatore dei seminari cattolici in Austria, luogo di religiosa purezza, preghiera e pio magistero alla cura delle anime, dove volentieri l’anziano arcivescovo Kurt Krenn predicava, bollando con parole di fuoco i rei contro natura.
In realtà, quello della diocesi di Sankt Pölten, ottanta chilometri a Ovest di Vienna, è stato in questi anni un antro di orchi pedofili, teatro di perversioni peccaminose, una Sodoma asburgica dove preposti e seminaristi indulgevano spesso e volentieri in orge omosessuali, giochi erotici e notti scandite da alcol e sesso, al posto delle orazioni. Qualcuno parla anche di parodie naziste e cerimonie ufficialmente esecrate dal Vaticano, come la celebrazione di un finto matrimonio gay, fra due aspiranti preti, officiato dal direttore, inutile precisare tutti in costume adamitico.
C’è ancora del marcio nella Chiesa austriaca. A sei anni dallo scandalo del cardinale Hans Hermann Groer, l’ex primate, morto nel 2003, che era stato riconosciuto colpevole di aver sessualmente abusato di giovani religiosi, una nuova, devastante scoperta scuote le fondamenta del cattolicesimo viennese.
Non più sospetti o bugie di «querulanti ubriachi», come aveva fin qui sostenuto monsignor Krenn, capo della diocesi incriminata, quando il tema era più volte venuto a galla in passato. Ma un’incredibile documentazione fotografica, scoperta un anno fa nei computer della biblioteca del seminario e ora al vaglio delle autorità di polizia, in attesa della formale apertura di un’inchiesta criminale da parte della magistratura. Almeno 40 mila istantanee e una quantità imprecisata di filmati pornografici, che illustrano con precisione e ricchezza di dettagli gli esercizi, non esattamente spirituali, di Sankt Pölten. Alcune di queste comprenderebbero atti sessuali dei preposti con minorenni.
A svelare lo scandalo, il settimanale Profil , che nell’edizione in edicola ieri ha pubblicato alcune delle foto, dove i religiosi e i loro allievi vengono immortalati mentre si baciano appassionatamente sulla bocca. Secondo il periodico, l’inchiesta è partita, dopo che diverse immagini e film girati a Sankt Pölten erano apparsi su un sito a luci rosse polacco.
Il direttore del seminario, Ulrich Küchl e il suo vice, Wolfgang Rothe, si sono dimessi, pur protestando la loro innocenza. Su di loro pende l’accusa di pedofilia. La diocesi si è schierata a quadrato in loro difesa. Monsignor Krenn, soprattutto, ha definito gli addebiti infondati, liquidando addirittura le foto, che ha ammesso di aver visto, come «ragazzate».
Fortunatamente, i vertici della Chiesa viennese sono di ben altro parere. «Tutto ciò che ha a che fare con la pratica dell’omosessualità, non può trovare spazio in un seminario per preti», recita un comunicato della Conferenza episcopale austriaca, che ha anche annunciato l’avvio di una indagine interna, al termine della quale non è difficile prevedere le dimissioni di Krenn, 68 anni, da vescovo di Sankt Pölten.
E in questo senso si sono già levate diverse voci dall’interno del mondo cattolico: «Krenn è il vero responsabile e deve rispondere di tutto questo davanti alla Chiesa e a Dio». ha detto Martin Walchhofer, il prelato che supervisiona tutti i seminari austriaci. Anche la politica è intervenuta. «Collezionare materiale pornografico, che coinvolge bambini, non può essere liquidato come una ragazzata», ha dichiarato Thomas Huber, leader dei Verdi. Un portavoce dell’opposizione socialdemocratica, Hannes Jarolim, ha chiesto al ministero dell’Interno di indagare per favoreggiamento nei confronti dello stesso arcivescovo e aprire una procedura formale.
Secondo Profil , una foto documenterebbe la celebrazione del matrimonio gay da parte del reverendo Küchl. Il resto del materiale, con le parole del procuratore Walter Nemec, «mostra i seminaristi in situazione perverse con i loro superiori».
Un seminarista di Sankt Pölten, citato dal settimanale, afferma che «tutti sapevano cosa succedesse da noi, non era possibile ignorarlo, ma nella Chiesa domina un silenzio di piombo, quando si tratta di temi tabù, semplicemente non sappiamo in che modo affrontare correttamente il problema». Quelli che avevano provato a parlarne direttamente con i due superiori o con Krenn, sono stati subito identificati da loro come nemici e isolati.
Anche la polizia, afferma Profil , avrebbe trovato all’inizio grosse difficoltà a rompere il muro dell’omertà di Sankt Pölten, dopo la scoperta del materiale e le prime denunce inviate via email da alcuni seminaristi.
Paolo Valentino
Inchiesta su 40 mila foto e filmati trovati nella biblioteca della più conservatrice scuola cattolica per sacerdoti
In apparenza è un seminario. Anzi, il più tradizionalista e ultraconservatore dei seminari cattolici in Austria, luogo di religiosa purezza, preghiera e pio magistero alla cura delle anime, dove volentieri l’anziano arcivescovo Kurt Krenn predicava, bollando con parole di fuoco i rei contro natura.
In realtà, quello della diocesi di Sankt Pölten, ottanta chilometri a Ovest di Vienna, è stato in questi anni un antro di orchi pedofili, teatro di perversioni peccaminose, una Sodoma asburgica dove preposti e seminaristi indulgevano spesso e volentieri in orge omosessuali, giochi erotici e notti scandite da alcol e sesso, al posto delle orazioni. Qualcuno parla anche di parodie naziste e cerimonie ufficialmente esecrate dal Vaticano, come la celebrazione di un finto matrimonio gay, fra due aspiranti preti, officiato dal direttore, inutile precisare tutti in costume adamitico.
C’è ancora del marcio nella Chiesa austriaca. A sei anni dallo scandalo del cardinale Hans Hermann Groer, l’ex primate, morto nel 2003, che era stato riconosciuto colpevole di aver sessualmente abusato di giovani religiosi, una nuova, devastante scoperta scuote le fondamenta del cattolicesimo viennese.
Non più sospetti o bugie di «querulanti ubriachi», come aveva fin qui sostenuto monsignor Krenn, capo della diocesi incriminata, quando il tema era più volte venuto a galla in passato. Ma un’incredibile documentazione fotografica, scoperta un anno fa nei computer della biblioteca del seminario e ora al vaglio delle autorità di polizia, in attesa della formale apertura di un’inchiesta criminale da parte della magistratura. Almeno 40 mila istantanee e una quantità imprecisata di filmati pornografici, che illustrano con precisione e ricchezza di dettagli gli esercizi, non esattamente spirituali, di Sankt Pölten. Alcune di queste comprenderebbero atti sessuali dei preposti con minorenni.
A svelare lo scandalo, il settimanale Profil , che nell’edizione in edicola ieri ha pubblicato alcune delle foto, dove i religiosi e i loro allievi vengono immortalati mentre si baciano appassionatamente sulla bocca. Secondo il periodico, l’inchiesta è partita, dopo che diverse immagini e film girati a Sankt Pölten erano apparsi su un sito a luci rosse polacco.
Il direttore del seminario, Ulrich Küchl e il suo vice, Wolfgang Rothe, si sono dimessi, pur protestando la loro innocenza. Su di loro pende l’accusa di pedofilia. La diocesi si è schierata a quadrato in loro difesa. Monsignor Krenn, soprattutto, ha definito gli addebiti infondati, liquidando addirittura le foto, che ha ammesso di aver visto, come «ragazzate».
Fortunatamente, i vertici della Chiesa viennese sono di ben altro parere. «Tutto ciò che ha a che fare con la pratica dell’omosessualità, non può trovare spazio in un seminario per preti», recita un comunicato della Conferenza episcopale austriaca, che ha anche annunciato l’avvio di una indagine interna, al termine della quale non è difficile prevedere le dimissioni di Krenn, 68 anni, da vescovo di Sankt Pölten.
E in questo senso si sono già levate diverse voci dall’interno del mondo cattolico: «Krenn è il vero responsabile e deve rispondere di tutto questo davanti alla Chiesa e a Dio». ha detto Martin Walchhofer, il prelato che supervisiona tutti i seminari austriaci. Anche la politica è intervenuta. «Collezionare materiale pornografico, che coinvolge bambini, non può essere liquidato come una ragazzata», ha dichiarato Thomas Huber, leader dei Verdi. Un portavoce dell’opposizione socialdemocratica, Hannes Jarolim, ha chiesto al ministero dell’Interno di indagare per favoreggiamento nei confronti dello stesso arcivescovo e aprire una procedura formale.
Secondo Profil , una foto documenterebbe la celebrazione del matrimonio gay da parte del reverendo Küchl. Il resto del materiale, con le parole del procuratore Walter Nemec, «mostra i seminaristi in situazione perverse con i loro superiori».
Un seminarista di Sankt Pölten, citato dal settimanale, afferma che «tutti sapevano cosa succedesse da noi, non era possibile ignorarlo, ma nella Chiesa domina un silenzio di piombo, quando si tratta di temi tabù, semplicemente non sappiamo in che modo affrontare correttamente il problema». Quelli che avevano provato a parlarne direttamente con i due superiori o con Krenn, sono stati subito identificati da loro come nemici e isolati.
Anche la polizia, afferma Profil , avrebbe trovato all’inizio grosse difficoltà a rompere il muro dell’omertà di Sankt Pölten, dopo la scoperta del materiale e le prime denunce inviate via email da alcuni seminaristi.
Paolo Valentino
adam on martedì 13 luglio 2004 - 08:45:00
Pedofilia in canonica, arrestato prete.
Source: http://usenet.it.rooar.com/showthread.php?t=2564379
Pedofilia in canonica, arrestato prete
Il parroco di una chiesa di Colleferro accusato da un giovane: "Mi ha violentato per anni". Ma le indagini non si fermano: c'è il sospetto che altri ragazzi abbiano subito abusi
ROMA, 25 FEBBRAIO 2004 - Vi sarebbero riscontri oggettivi pesanti - foto e filmati - alla base dell' arresto del parroco di una chiesa di Colleferro (Roma), don Paolo Mauro Pellegrini, di 52 anni, eseguito dai carabinieri con
l' accusa di violenza sessuale aggravata, compiuta anni fa a piu' riprese su un minorenne.
Le indagini dei militari sono state avviate dopo la denuncia presentata dal giovane, oggi maggiorenne, delle violenze subite per opera del parroco della Chiesa di San Gioacchino. Don Pellegrini, secondo quanto appurato dai
carabinieri, gli abusi sarebbero avvenuti nella canonica della chiesa di Colleferro e, in alcuni casi, anche a Roma.
Gia' nel '98, hanno riferito i militari, il padre di una giovane di Colleferro, aveva segnalato ai carabinieri che il parroco si era denudato di fronte alla figlia, mostrandole i genitali. Questa volta pero' gli investigatori, dopo una serie
di indagini e accertamenti, hanno trovato nell'abitazione del religioso foto e filmati che testimoniano le violenze, e che don Pellegrino conservava in canonica. Il parroco ........ e' stato arrestato il 17 febbraio scorso su mandato del gip di Roma Romina Incutti, su richiesta del PM Carlo Lasperanza, e portato nel carcere romano di Regina Coeli.
I parrocchiani - a quanto sembra - non lo vedevano da circa un mese e hanno detto di aver saputo che ufficialmente era fuori per partecipare a ritiri spirituali. Gli investigatori - irritati dalla fuga di notizie avvenuta con gli
accertamenti ancora in corso - stanno cercando di stabilire se il parroco si sia reso protagonista di altri abusi ai danni di ragazzi
Pedofilia in canonica, arrestato prete
Il parroco di una chiesa di Colleferro accusato da un giovane: "Mi ha violentato per anni". Ma le indagini non si fermano: c'è il sospetto che altri ragazzi abbiano subito abusi
ROMA, 25 FEBBRAIO 2004 - Vi sarebbero riscontri oggettivi pesanti - foto e filmati - alla base dell' arresto del parroco di una chiesa di Colleferro (Roma), don Paolo Mauro Pellegrini, di 52 anni, eseguito dai carabinieri con
l' accusa di violenza sessuale aggravata, compiuta anni fa a piu' riprese su un minorenne.
Le indagini dei militari sono state avviate dopo la denuncia presentata dal giovane, oggi maggiorenne, delle violenze subite per opera del parroco della Chiesa di San Gioacchino. Don Pellegrini, secondo quanto appurato dai
carabinieri, gli abusi sarebbero avvenuti nella canonica della chiesa di Colleferro e, in alcuni casi, anche a Roma.
Gia' nel '98, hanno riferito i militari, il padre di una giovane di Colleferro, aveva segnalato ai carabinieri che il parroco si era denudato di fronte alla figlia, mostrandole i genitali. Questa volta pero' gli investigatori, dopo una serie
di indagini e accertamenti, hanno trovato nell'abitazione del religioso foto e filmati che testimoniano le violenze, e che don Pellegrino conservava in canonica. Il parroco ........ e' stato arrestato il 17 febbraio scorso su mandato del gip di Roma Romina Incutti, su richiesta del PM Carlo Lasperanza, e portato nel carcere romano di Regina Coeli.
I parrocchiani - a quanto sembra - non lo vedevano da circa un mese e hanno detto di aver saputo che ufficialmente era fuori per partecipare a ritiri spirituali. Gli investigatori - irritati dalla fuga di notizie avvenuta con gli
accertamenti ancora in corso - stanno cercando di stabilire se il parroco si sia reso protagonista di altri abusi ai danni di ragazzi
adam on giovedì 26 febbraio 2004 - 09:50:08
Violenza sessuale su minori due preti arrestati in Piemonte
Source: http://www.repubblica.it/2004/a/sezioni/cronaca/castagnole/castagnole/castagnole.html
TORINO - Due sacerdoti arrestati in meno di 24 ore in Piemonte con le stesse infamanti accuse: violenza sessuale nei confronti di minori. Ieri ad Alessandria, oggi a Castagnole Piemonte nel pinerolese.
Questa mattina all'alba i carabinieri si sono presentati nella parrocchia di Castagnole e hanno portato via il parroco, Roberto Voltaterra, ha 30 anni. E' accusato di aver abusato di una bambina della scuola media.
Stando agli investigatori, sarebbero durate per almeno un anno le molestie ai danni della ragazzina, oggi 13enne. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Pinerolo Santo Riello, sono cominciate quando i genitori della bambina si sono accorti che la figlia riceveva sul cellulare telefonate piuttosto volgari.
Ascoltando una di queste chiamate avrebbero riconosciuto il numero telefonico e la voce del parroco che frequentava la loro casa per aiutare la ragazzina nei compiti.
Proprio a casa sarebbero avvenuti i presunti episodi di cui il sacerdote è accusato e dei quali la bambina non aveva mai parlato per paura, dal momento che, secondo la denuncia, l'uomo l'avrebbe minacciata. Quando gli inquirenti hanno perquisito l'appartamento della giovane hanno trovato alcune lettere che conterrebbero prove di un "affetto morboso" nei suoi confronti. Il parroco si trova ora nel carcere di Saluzzo.
Sulla vicenda è intervenuto l'arcivescovo di Torino, Severino Poletto. Con una nota il cardinale "esprime stima e fiducia nei confronti del clero torinese che da sempre si distingue per il generoso impegno pastorale, esprime la propria vicinanza a quanti sono turbati dalla dolorosa vicenda e auspica che le autorità competenti possano in tempi brevi fare luce sul caso".
Ieri, sempre in Piemonte, ad Alessandria, un altro sacerdote è finito in manette con la stessa accusa. Si chiama Domenico Marcanti, 48 anni della congregazione di Don Orione, che ad Alessandria gestisce un convitto, un semiconvitto per universitari e un doposcuola per allievi delle medie inferiori.
Proprio nel doposcuola il prete faceva l'animatore. Le indagini della polizia sono scattate una decina di giorni fa, dopo la denuncia dei genitori di un ragazzino. Attraverso telecamere e microfoni nascosti nell'istituto, gli investigatori hanno filmato e registrato le avances del sacerdote, che non sono però mai sfociate in violenze sessuali.
I ragazzini coinvolti sono stati ascoltati con le cautele necessarie vista la giovane età. Poi il pubblico ministero di Alessandria, Patrizia Nobile, ha chiesto l'arresto del sacerdote e il gip ha firmato l'ordine di custodia cautelare. L'uomo è stato rinchiuso nel carcere alessandrino e interrogato.
Il ragazzino che lo ha accusato aveva parlato di abbracci, palpeggiamenti e baci, comportamenti raccontati anche dagli altri minorenni identificati attraverso le immagini registrate e ascoltati dagli investigatori. "Ce l'aspettavamo" è stato il commento del familiare di un ragazzo che frequenta il doposcuola, appresa la notizia dell'arresto di padre Marcanti.
TORINO - Due sacerdoti arrestati in meno di 24 ore in Piemonte con le stesse infamanti accuse: violenza sessuale nei confronti di minori. Ieri ad Alessandria, oggi a Castagnole Piemonte nel pinerolese.
Questa mattina all'alba i carabinieri si sono presentati nella parrocchia di Castagnole e hanno portato via il parroco, Roberto Voltaterra, ha 30 anni. E' accusato di aver abusato di una bambina della scuola media.
Stando agli investigatori, sarebbero durate per almeno un anno le molestie ai danni della ragazzina, oggi 13enne. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Pinerolo Santo Riello, sono cominciate quando i genitori della bambina si sono accorti che la figlia riceveva sul cellulare telefonate piuttosto volgari.
Ascoltando una di queste chiamate avrebbero riconosciuto il numero telefonico e la voce del parroco che frequentava la loro casa per aiutare la ragazzina nei compiti.
Proprio a casa sarebbero avvenuti i presunti episodi di cui il sacerdote è accusato e dei quali la bambina non aveva mai parlato per paura, dal momento che, secondo la denuncia, l'uomo l'avrebbe minacciata. Quando gli inquirenti hanno perquisito l'appartamento della giovane hanno trovato alcune lettere che conterrebbero prove di un "affetto morboso" nei suoi confronti. Il parroco si trova ora nel carcere di Saluzzo.
Sulla vicenda è intervenuto l'arcivescovo di Torino, Severino Poletto. Con una nota il cardinale "esprime stima e fiducia nei confronti del clero torinese che da sempre si distingue per il generoso impegno pastorale, esprime la propria vicinanza a quanti sono turbati dalla dolorosa vicenda e auspica che le autorità competenti possano in tempi brevi fare luce sul caso".
Ieri, sempre in Piemonte, ad Alessandria, un altro sacerdote è finito in manette con la stessa accusa. Si chiama Domenico Marcanti, 48 anni della congregazione di Don Orione, che ad Alessandria gestisce un convitto, un semiconvitto per universitari e un doposcuola per allievi delle medie inferiori.
Proprio nel doposcuola il prete faceva l'animatore. Le indagini della polizia sono scattate una decina di giorni fa, dopo la denuncia dei genitori di un ragazzino. Attraverso telecamere e microfoni nascosti nell'istituto, gli investigatori hanno filmato e registrato le avances del sacerdote, che non sono però mai sfociate in violenze sessuali.
I ragazzini coinvolti sono stati ascoltati con le cautele necessarie vista la giovane età. Poi il pubblico ministero di Alessandria, Patrizia Nobile, ha chiesto l'arresto del sacerdote e il gip ha firmato l'ordine di custodia cautelare. L'uomo è stato rinchiuso nel carcere alessandrino e interrogato.
Il ragazzino che lo ha accusato aveva parlato di abbracci, palpeggiamenti e baci, comportamenti raccontati anche dagli altri minorenni identificati attraverso le immagini registrate e ascoltati dagli investigatori. "Ce l'aspettavamo" è stato il commento del familiare di un ragazzo che frequenta il doposcuola, appresa la notizia dell'arresto di padre Marcanti.
adam on giovedì 29 gennaio 2004 - 09:56:59
Indagine sulla badessa Avrebbe vessato le novizie
Source: http://www.repubblica.it/2004/a/sezioni/cronaca/badessa/badessa/badessa.html
RIETI - Ad alcune religiose indiane avrebbe tolto il passaporto, ad altre non avrebbe permesso la tessera sanitaria, per alcune, infine, avrebbe chiesto al Vaticano la revoca del permesso di soggiorno. Tanto che le sei giovani religiose, ospiti dell' Abbazia benedettina di Farfa, avrebbero trovato rifugio a Parma. Per questo la Procura di Rieti ha aperto un fascicolo a carico della badessa dell'Abbazia, madre Tekla Famiglietti, 66 anni, per violenze, ricatti e minacce nei confronti di alcune novizie indiane.
La notifica degli atti giudiziari, per ora, è stata possibile solo a cinque delle sei religiose: di una infatti si sono perse le tracce. La notizia sulla disputa tra le sei novizie indiane e la loro Abbadessa era trapelata un anno fa a Parma. Le sei religiose indiane, fuggite dalla casa d'accoglienza dell'Abbazia, si erano rifugiate nei pressi della cittadina emiliana, a Torrechiara di Parma, grazie all'aiuto dell'abate del monastero di San Giovanni Evangelista, padre Cipriano Carini. L'abate, per questa sua iniziativa, fu poi rimosso dall'incarico e la popolazione di Torrechiara sottoscrisse una petizione affinchè il religioso non venisse trasferito.
Dopo un anno dall'inizio del contenzioso giudiziario, proprio in questi giorni la squadra di polizia giudiziaria di Rieti ha concluso l' indagine condotta dal sostituto procuratore della Repubblica, Fabio Picuti, che ha chiesto il rinvio a giudizio della superiora generale delle suore Brigidine.
Nella casa d'accoglienza dell'Abbazia di Farfa le sei novizie erano state destinate all'accoglienza degli ospiti e ad altri lavori domestici. Stanche dello sfruttamento, le sei suore indiane decisero di lasciare la casa d'accoglienza dell'abbazia di Farfa rifugiandosi nel monastero di Torrechiara. Una fuga a cui la madre superiora reagì chiedendo all'ufficio stranieri della questura di Rieti la revoca del permesso di soggiorno per le sei suore. Successivamente la revoca fu annullata da un'ordinanza del sostituto procuratore della repubblica perchè "la loro presenza in Italia era giustificata da problemi di giustizia", visto che era in corso un'inchiesta scaturita dalle loro testimonianze.
Ora l'inchiesta è finita e per Suor Tekla, in predicato per il quinto mandato consecutivo di Abbadessa generale delle Brigidine, è stato chiesto il rinvio a giudizio.
RIETI - Ad alcune religiose indiane avrebbe tolto il passaporto, ad altre non avrebbe permesso la tessera sanitaria, per alcune, infine, avrebbe chiesto al Vaticano la revoca del permesso di soggiorno. Tanto che le sei giovani religiose, ospiti dell' Abbazia benedettina di Farfa, avrebbero trovato rifugio a Parma. Per questo la Procura di Rieti ha aperto un fascicolo a carico della badessa dell'Abbazia, madre Tekla Famiglietti, 66 anni, per violenze, ricatti e minacce nei confronti di alcune novizie indiane.
La notifica degli atti giudiziari, per ora, è stata possibile solo a cinque delle sei religiose: di una infatti si sono perse le tracce. La notizia sulla disputa tra le sei novizie indiane e la loro Abbadessa era trapelata un anno fa a Parma. Le sei religiose indiane, fuggite dalla casa d'accoglienza dell'Abbazia, si erano rifugiate nei pressi della cittadina emiliana, a Torrechiara di Parma, grazie all'aiuto dell'abate del monastero di San Giovanni Evangelista, padre Cipriano Carini. L'abate, per questa sua iniziativa, fu poi rimosso dall'incarico e la popolazione di Torrechiara sottoscrisse una petizione affinchè il religioso non venisse trasferito.
Dopo un anno dall'inizio del contenzioso giudiziario, proprio in questi giorni la squadra di polizia giudiziaria di Rieti ha concluso l' indagine condotta dal sostituto procuratore della Repubblica, Fabio Picuti, che ha chiesto il rinvio a giudizio della superiora generale delle suore Brigidine.
Nella casa d'accoglienza dell'Abbazia di Farfa le sei novizie erano state destinate all'accoglienza degli ospiti e ad altri lavori domestici. Stanche dello sfruttamento, le sei suore indiane decisero di lasciare la casa d'accoglienza dell'abbazia di Farfa rifugiandosi nel monastero di Torrechiara. Una fuga a cui la madre superiora reagì chiedendo all'ufficio stranieri della questura di Rieti la revoca del permesso di soggiorno per le sei suore. Successivamente la revoca fu annullata da un'ordinanza del sostituto procuratore della repubblica perchè "la loro presenza in Italia era giustificata da problemi di giustizia", visto che era in corso un'inchiesta scaturita dalle loro testimonianze.
Ora l'inchiesta è finita e per Suor Tekla, in predicato per il quinto mandato consecutivo di Abbadessa generale delle Brigidine, è stato chiesto il rinvio a giudizio.
adam on mercoledì 28 gennaio 2004 - 09:55:58
Pedofilia, l’inchiesta travolge un prete.
Source: http://usenet.it.rooar.com/showthread.php?t=2563930
Pedofilia, l'inchiesta travolge un prete
Il religioso straniero guida la parrocchia di un paese a nord della Ciociaria
Un sospetto che pesa come un macigno sulle sue spalle. Coperte dall'abito talare. Il sospetto si chiama pedofilia: il sacerdote è accusato dalla procura di Frosinone di violenza sessuale a danno di minori. Sul registro degli indagati è finito un religioso, non di nazionalità italiana, alla guida di una parrocchia di un paese a nord della provincia. L'indagine è partita qualche mese fa e, ieri, è arrivata al capolinea. Il sostituto procuratore Tonino Di Bona, titolare del fascicolo, ha chiuso la fase preliminare. E ieri la polizia ha notificato al sacerdote l'avviso di chiusura indagini.
L'indagato ha venti giorni per difendersi, presentando in procura una memoria o chiedendo di essere interrogato dal magistrato. Trascorso tale termine, se non verranno alla luce elementi nuovi a favore della difesa, il pm chiederà il rinvio a giudizio. Sarà poi il gip a decidere se il prete dovrà essere giudicato in aula per violenza sessuale.
La vicenda ricostruita dalla procura (in base agli elementi raccolti dalla squadra mobile del capoluogo) ha per scenario la realtà sommersa degli istituti che ospitano bambini e adolescenti senza famiglia. Da qui sono partite le segnalazioni dei presunti episodi di pedofilia. Il parroco, secondo le accuse, avrebbe abusato sessualmente di ragazzini che gli istituti (soprattutto della zona della Capitale) gli affidavano.
Quattro i casi contestati nell'avviso di chiusura indagini, collocati negli ultimi due anni. Presunte vittime: ragazzini tra dieci e tredici anni. Che avrebbero avuto "incontri ravvicinati" con il parroco. Episodi rimasti nell' ombra per settimane, fino a quando le confindenze tra adolescenti non sono finite alle orecchie dei dirigenti delle case d'accoglienza, che hanno segnalato il fatto alla polizia. E' iniziata l'indagine, nel fascicolo sono finite anche le dichiarazioni delle presunte piccole vittime degli abusi.
Assistiti da psicologi, hanno raccontato agli investigatori del vice questore Cristiano Tatarelli le loro giornate in compagnia del religioso. Le testimonianze lascerebbero poco spazio al dubbio.
Il parroco ha fornito la sua versione (assistito dall'avvocato Vitalone del foro romano) al giudice titolare dell'inchiesta. Nessun contatto di tipo sessuale, solo incontri per permettere a ragazzi meno fortunati di trascorrere qualche giornata diversa dalla routine dell'istituto. Questa la tesi del sacerdote, che probabilmente chiederà di essere ascoltato di nuovo.
Pedofilia, l'inchiesta travolge un prete
Il religioso straniero guida la parrocchia di un paese a nord della Ciociaria
Un sospetto che pesa come un macigno sulle sue spalle. Coperte dall'abito talare. Il sospetto si chiama pedofilia: il sacerdote è accusato dalla procura di Frosinone di violenza sessuale a danno di minori. Sul registro degli indagati è finito un religioso, non di nazionalità italiana, alla guida di una parrocchia di un paese a nord della provincia. L'indagine è partita qualche mese fa e, ieri, è arrivata al capolinea. Il sostituto procuratore Tonino Di Bona, titolare del fascicolo, ha chiuso la fase preliminare. E ieri la polizia ha notificato al sacerdote l'avviso di chiusura indagini.
L'indagato ha venti giorni per difendersi, presentando in procura una memoria o chiedendo di essere interrogato dal magistrato. Trascorso tale termine, se non verranno alla luce elementi nuovi a favore della difesa, il pm chiederà il rinvio a giudizio. Sarà poi il gip a decidere se il prete dovrà essere giudicato in aula per violenza sessuale.
La vicenda ricostruita dalla procura (in base agli elementi raccolti dalla squadra mobile del capoluogo) ha per scenario la realtà sommersa degli istituti che ospitano bambini e adolescenti senza famiglia. Da qui sono partite le segnalazioni dei presunti episodi di pedofilia. Il parroco, secondo le accuse, avrebbe abusato sessualmente di ragazzini che gli istituti (soprattutto della zona della Capitale) gli affidavano.
Quattro i casi contestati nell'avviso di chiusura indagini, collocati negli ultimi due anni. Presunte vittime: ragazzini tra dieci e tredici anni. Che avrebbero avuto "incontri ravvicinati" con il parroco. Episodi rimasti nell' ombra per settimane, fino a quando le confindenze tra adolescenti non sono finite alle orecchie dei dirigenti delle case d'accoglienza, che hanno segnalato il fatto alla polizia. E' iniziata l'indagine, nel fascicolo sono finite anche le dichiarazioni delle presunte piccole vittime degli abusi.
Assistiti da psicologi, hanno raccontato agli investigatori del vice questore Cristiano Tatarelli le loro giornate in compagnia del religioso. Le testimonianze lascerebbero poco spazio al dubbio.
Il parroco ha fornito la sua versione (assistito dall'avvocato Vitalone del foro romano) al giudice titolare dell'inchiesta. Nessun contatto di tipo sessuale, solo incontri per permettere a ragazzi meno fortunati di trascorrere qualche giornata diversa dalla routine dell'istituto. Questa la tesi del sacerdote, che probabilmente chiederà di essere ascoltato di nuovo.
adam on mercoledì 21 gennaio 2004 - 09:52:43
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